Un piatto tipico di Turi riconosciuto ufficialmente dal gennaio 2025 quale Prodotto tipico della tradizione pugliese, ed iscritto nell’elenco PAT della Regione Puglia, è “u tronère di Turi” specialità a base di carne, cotta lentamente in un tradizionale tegame in terracotta detto “u tiène”. Il termine "trònere" è un’espressione dialettale che deriva dalla parola "tuono", a richiamare l’effetto che la stessa prelibatezza riproduce sulle papille gustative di chi lo assaggia.
Si tratta dunque di un grosso involtino di carne di vitello, delle dimensioni del pugno chiuso di una mano, del peso che può variare fra i 250-300g, farcito internamente con pezzi di provolone casereccio semi-piccante, ventresca di maiale non stagionata, sale, pepe, e prezzemolo. Gli involtini, chiusi con stuzzicadenti, vengono adagiati su un buon strato di cipolle bianche tagliate a rondelle disposte sul fondo del tegame, per essere guarnite con olio, pomodorini, acqua sino a coprire gli involtini ed un altro strato di cipolle a copertura, per mantenere internamente la giusta umidità in fase di cottura, che avviene a fuoco lento per tre-quattro ore rigorosamente nel forno a legna. Il piatto è antico, infatti si hanno notizie che lo stesso venisse servito nelle cantine e osterie turesi del XIX secolo, accompagnato da vino primitivo, nel tradizionale spuntino messo a disposizione dei facchini delle carovane partecipanti al “carnevale storico” turese celebratosi sino al 1936. Il tronère avrà nuova diffusione e fama nell’immediato dopo-guerra divenendo una pietanza preparata anche nelle case turesi per occasioni conviviali.